Kerzen- Candele
Beim Abbrennen einer Bienenwachskerze werden die im Wachs enthaltenen ätherischen Öle freigesetzt und es entfaltet sich ein angenehmer Duft. Zusammen mit dem warmen Kerzenlicht ist es Balsam für unsere Sinne. Kerzen aus reinem Bienenwachs können schon nach relativ kurzer Lagerung einen weisslichen Belag bekommen, der durch Polieren der Kerze mit einem weichen Tuch wieder verschwindet. Besonders bei grösseren Kerzen verbessert sich die Brennqualität, je länger die Kerze gelagert ist. So gebe ich meine Kerzen erst nach einer entsprechenden Lagerzeit in den Verkauf. Trotz der Verwendung bester Rohstoffe ist es nicht immer möglich, eine vollkommen tropf- und russfreie Kerze herzustellen. Grundsätzlich sollten Sie Ihre brennende Kerze vor Zugluft schützen und nach dem Auslöschen den Docht in das noch flüssige Wachs tauchen sowie den Docht auf ca. 1cm Länge halten.
Bienenwachs
Bienenwachs ist das älteste vom Menschen genutzte tierische Wachs und gehörte in früheren Jahrhunderten neben Gold, Eisen und Leder zu den wertvollsten Rohstoffen. Mit der Erfindung des wesentlich billigeren Erdölproduktes Paraffin verlor das Bienenwachs immer mehr seine Aufgabe als Kerzenwerkstoff. Paraffin scheidet jedoch beim Verbrennen schwerflüchtige Kohlenwasserstoffe ab, die unter Umständen gesundheitsschädlich sein können. Auch Stearin ist trotz seiner natürlichen und pflanzlichen Herkunft keine Alternative zum Bienenwachs, da es ein isolierter „chemisch reiner“ Stoff ist.
Bienenwachs ist eine natürliche Gesamtkomposition aus brennbaren Stoffen, natürlichen Aromastoffen und ätherischen Ölen. Die typisch gelbe Farbe entsteht durch die Blütenstaubanteile im an sich weissen Bienenwachs. Je nach Herkunft schwankt der Farbton zwischen sandfarben und gelbbraun.
Kerzenproduktion
Das anfallende Wachs schmelze ich zu Blöcken und lasse diese Reinigen. In meinem Atelier giesse ich die Bienenwachskerzen in verschiedene Formen, sorgfältig verarbeite ich sie und packe sie liebevoll ein.
Candele
Le candele di cera d’api, quando bruciano, sprigionano gli oli essenziali contenuti nella cera, diffondono un profumo delicato, e diventano, con il calore della fiamma, un balsamo per il nostro spirito. Può succedere che le candele di pura cera d’api, già dopo relativamente poco tempo, formino una patina biancastra. Essa può essere rimossa lucidando la candela con uno straccio morbido. Le candele, soprattutto quelle più grandi, con la stagionatura migliorano di qualità. Per questo le mie candele vanno in vendita solo dopo un periodo in magazzino. Nonostante l’uso dei migliori ingredienti, non è sempre possibile produrre delle candele completamente prive di gocciolamento e fuliggine. Di principio, bisogna proteggere la candela accesa da corrente d’aria, e, appena spenta, intingere lo stoppino nella cera ancora liquida e tenerlo ad una lunghezza di un centimetro circa.
Cera d‘api
La cera d’api è la più antica cera di origine animale usata dall’uomo. Accanto all’oro, al ferro e al cuoio, nei secoli scorsi era una delle materie prime più pregiate. Con l’avvento della paraffina, un prodotto petrolifero molto meno costoso, la cera d’api man mano ha perso d’importanza per la produzione di candele. Ma la paraffina, quando brucia, sprigiona idrocarburi poco volatili che possono essere dannosi alla salute. Anche la stearina, nonostante l’origine naturale vegetale, non è un’alternativa alla cera d’api poiché è una sostanza isolata e “chimicamente pura”.
La cera d’api è una composizione completa di varie sostanze combustibili, aromi naturali e oli essenziali. Il tipico colore giallo è dovuto a particelle di polline contenute nella cera, in sé bianca. A dipendenza della provenienza, il colore varia da sabbia al giallo-marrone.
La produzione delle candele
Faccio fondere la cera delle mie api in blocchi che verranno purificati. Nel mio atelier faccio colare la cera d’api nelle varie forme per le candele. Con cura rifinisco e confeziono ogni candela.